Un Giorno di Ordinaria Follia (Joel Schumacher, 1993)

Michael Douglas che a un certo punto sclera e inizia a sparare alla gente rivendicando uguaglianza sociale e patriottismo a stelle e strisce con motivazioni piuttosto discutibili. Poi si scopre che [SPOILER] in realtà sta ancora rosicando perché la moglie lo ha lasciato. Moglie che tra l'altro, alla fine del film, per scappare dalla furia vendicatrice dell'ex marito si reca nell'unico punto senza via di fuga di tutta Los Angeles. Giuro. [FINE SPOILER]
Del resto il nome di Schumacher resterà impresso nella storia del cinema come quello del Batman coi capezzoli.
Unica reazione possibile al film: "Cioè, ma davvero?!"
(voto: 1/5)

Bronson (Nicholas Winding Refn, 2008)

In pratica è come Il Cavaliere oscuro – Il ritorno, però non c’è il cavaliere oscuro e Bane non ha la maschera. In una scena neanche gli altri vestiti.
Ah, e poi invece che Nolan l’ha girato Winding Refn.
(voto: 3/5)

Snatch - Lo strappo (Guy Ritchie, 2000)

Guy Ritchie al suo massimo, molto prima di stravolgere il personaggio di Conan Doyle. E, sopratutto, quando stava ancora con Madonna.
Mettete insieme un manipolo di criminali più o meno improvvisati, infilateli in un intreccio che in confronto Inception è una fiaba, metteteci una sceneggiatura senza una virgola fuori posto. Aggiungeteci Brad Pitt che fa lo zingaro.
Ecco Snatch.
(voto:4,5/5)

127 ore (Danny Boyle, 2010)

James Franco (bravo) interpreta un tizio che esiste davvero e che una volta, per fare le avventure, è rimasto intrappolato in un Canyon – con il braccio tra una parete rocciosa ed un macigno grande quanto Ferrara (scegliete voi se la città o il giornalista). Indovinate per quanto? Eh, è facile.
Danny Boyle sempre abbastanza fresco. Rents si faceva di eroina per vivere, quest’altro di urina per sopravviere. Siamo lì.
(voto: 3,5/5)

Django Unchained (Quentin Tarantino, 2012)

Un dottore svizzero (Christoph Waltz) e un nero vagamente irritato (Jamie Foxx - perché 2 x? Perché?!) vanno in giro per il West a fare i ganzi e a uccidere le genti, alla ricerca della moglie di quello irritato. Poi incontrano Leonardo DiCaprio che gli fa un po' di menate.
E poi c'è anche Franco Nero che impersonifica una citazione.
Da Tarantino ci si aspetta questo e altro. Specie nella sua versione cicciona.
(voto: 4/5)

Moonrise Kingdom (Wes Anderson, 2012)

Anni '60, un'isola grande quanto una Opel Meriva.
Due ragazzini – maschio e femmina – in preda ad una tempesta ormonale scappano  – rispettivamente: da un campo scout; di casa – per andarsi ad amare lontano da una comunità composta da adulti più infantili di loro.
Wes Anderson continua imperterrito a raccontare le mirabolanti avventure di famiglie a pezzi. Non il suo film migliore, ma sempre all'altezza.
Ah, già, Bill Murray. Ovviamente.
(voto: 3/5)

I Poliziotti di Riserva (Adam McKay, 2010)

Come decidere di infliggersi una punizione pensando che invece sarà un'esperienza piacevole.
Ok, la parte iniziale, dove The Rock e Samuel L. Jackson fanno i super poliziotti, non è neanche male... poi entrano in scena Ferrell e Wahlberg ed è la tragedia.
Una sceneggiatura scritta da armadilli ubriachi, solo per mettere insieme due personaggi che fanno battute che non fanno ridere. Spero almeno che in lingua originale le gag rendano meglio.
E, per favore, fate un trapianto di espressività a Mark Wahlberg!
(voto: 1/5)

L'Uomo con i Pugni di Ferro (RZA, 2012)

Dall'opera prima di uno che di lavoro fa il rapper, anche se scritta con Eli Roth e con la benedizione di don Tarantino, non ci si poteva aspettare granché. E infatti...
Siamo nella Cina feudale (suppongo nei pressi del 1700) e ci sono un sacco di combattimenti tra cinesi arrabbiati che usano termini inglesi e c'è un fabbro che è scappato dall'America per non essere uno schiavo, e viene sfruttato come uno schiavo.
La prima metà del film è abbastanza godibile anche se piuttosto arzigogolata, poi è un elettrocardiogramma piatto fino alla fine.
In pratica L'uomo con i pugni di ferro è carino fino a che non spuntano i pugni di ferro.
(voto:2/5)

Come un Tuono (Derek Cianfrance, 2012)

Un film suddiviso in tre parti. Rispettivamente: non noiosa, molto noiosa, abbastanza noiosa.
Nella prima c’è Ryan Gosling che sembra lo stesso personaggio di Drive, però con la moto. Nella seconda c’è Bradley Cooper che prova a fare il serio ma sembra lo stesso personaggio di Una notte da leoni… però che prova a fare il serio. Nella terza parte non lo dico perché se no è spoiler.
Film interminabile, i cui colpi di scena sono più che altro colpi di sonno.
Si salva a malapena la morale della favola, ovvero qualcosa tipo “Nella vita è abbastanza importante fare le scelte giuste.”
(voto: 2/5)

Il Settimo Sigillo (Ingmar Bergman, 1957)

Antonius Block, cavaliere danese di ritorno da una crociata in Terra Santa, incontra la Morte (raffigurata come un essere le cui sembianze e i modi di fare ricordano Bruno Vespa) che è venuto a prenderlo. Ma lui non la prende proprio benissimo e la sfida a scacchi.
Forse il più celebre film di Ingmar Bergman che qui s’interroga sul rapporto dell’uomo con Dio, con la vita e con la morte.
Solo per la resa del bianco e nero merita la visione.
Comunque no, la Morte non ha tutti quei nei.
(voto: 4/5)

Brick - Dose Mortale (Rian Johnson, 2005)

Joseph Gordon-Levitt è giovane e interpreta un ragazzo un po’ sulle sue. La sua ex ragazza viene uccisa e lui che le muore ancora dietro – inserire gioco di parole a piacere – indaga per capire chi è l’assassino.
Primo lungometraggio di Rian Johnston (quello di Looper): un noir ambientato al liceo, praticamente. Ruoli da adulti, interpretati da ragazzi. Largo ai giovani.
Bella la regia, bella la fotografia, bella la sceneggiatura. Bello tutto, insomma. Quasi quasi anche gli occhietti semi chiusi di Gordon-Levitt.
(voto: 3/5)

2001: Odissea nello Spazio (Stanley Kubrick, 1968)

All'inizio un enorme monolite nero da intelligenza ad un gruppo di scimmie particolarmente rozze. Poi una mente artificial che controlla una nave spaziale cerca di uccidere due astronauti.
Non statevi a fare mille domande sui cosa e i perché di questo film: è talmente astruso che si presta solo alla più libera interpretazione personale.
Fatevi piuttosto prendere da tutto il resto: fotografia, regia, scenografia, ciò che accade.
È un trip. Giuro.
"Se qualcuno capisce qualcosa di questo film allora io ho fallito." [cit. Stanley Kubrick]
(voto: 4.5/5)

Fratello, dove sei? (Joel Coen, 2000)

America, anni '30. Tre condannati ai lavori forzati fuggono per ricercare un tesoro.
Rivisitazione dei fratelli Coen (per la regia del solo Joel) dell'Odissea di Omero. Situazioni assurde, personaggi fuori dalle righe e George Clooney che sembra una persona umile e recita bene.
Forte caratterizzazione della fotografia, virata tutta sul giallo e, ovviamente un finale aperto in puro stile Coen!
(voto: 3,5/5)

Matrix; Matrix Reloaded; Matrix Revolution (Andy e Larry Wachowski, 1999; 2003; 2003)

Premetto che ero piuttosto indeciso se inserire Larry Wachowski come regista, per il semplice fatto che nel frattempo è diventato Lana. Considerando che al tempo era ancora un regista, e non una regista, ho optato per il nome da uomo.


Neo è un hacker famosissimo sull'orlo di una crisi depressiva che lo rende un potenziale suicida, infatti lo interpreta Keanu Reeves. Viene contattato da Trinity (Carrie-Anne Moss) e Morpheus (Laurence Fishburne), famoso per essere un nero pelato con dei pince-nez a specchio che dice frasi prevalentemente senza senso, ma che nel film è un vero figo. I due portano Neo in un mondo dove scopre che il mondo dov'era prima non era il vero mondo. Però in fin dei conti, il mondo finto era qualche decina di volte meglio di quello vero.
Ci sono degli uomini cattivi, che si chiamano agenti. Poi nel secondo assumono tutti le sembianze di Hugo Weaving ma si chiamano tutti Smith. E restano comunque molto cattivi. E Neo è quello che li può sconfiggere.
Poi nel terzo succede tipo la guerra del Vietnam, però combattono con dei robottoni, e sono in una città che si chiama Zion. È comunque pieno di asiatici.
Se spiegassi anche tutto il resto - perché non è tutto qui - dovrei chiamare questo blog "Recensioni lunghe".
La trilogia di Matrix si può riassumere rispettivamente con: davvero molto bello ed originale; all'inizio fa schifo, ma poi se lo riguardi un po' lo apprezzi; all'inizio fa schifo, ma poi fa schifo anche se lo riguardi, si sparano e basta per ore interminabili, è fatto molto bene ma la trama resta la stessa, ma con un lieto fine, che poi tanto lieto [SPOILER] non è.
I fratelli Wachowski con il primo capitolo hanno praticamente rivoluzionato il cinema, hanno fatto i miliardi con quello e sono quasi spariti dalla circolazione. E poi uno scopre che tutti quei soldi sono serviti per l'operazione di Larry. Lana.
(voto: 4,5/5; 4/5; 2,5/5)